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Quel rapporto privilegiato dei preti di Roma con il potere …

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La Chiesa di Roma ha sempre avuto un particolare rapporto di vicinanza con il potere, non solo perché c’è la Santa Sede, ma anche perché Roma città è la sede politica della nazione. Un potere che genera consuetudini relazionali, alimenta burocrazie infinite, crea invidie e gelosie negli uffici curiali. In questo senso, il famoso detto di Andreotti, “il potere logora chi non ce l’ha”, qui ha impiantato felicemente radici. In questa commistione tra potere politico e spirituale/religioso si inserisce la vicenda della “giovane” diocesi di Roma. Una diocesi molto estesa territorialmente, con circa 330 parrocchie, divisa in cinque settori, Nord, Sud, Centro, Ovest ed Est con relativi vescovi ausiliari. I preti della diocesi sono divisi i tre grandi gruppi: preti secolari (oggi i preti “romani di Roma” sono davvero pochissimi), preti di stretta osservanza o provenienza neocatecumenale e preti appartenenti a ordini religiosi. Questo, già in partenza, rende la diocesi ingovernabile. Per tradizi

Diario del Sinodo /5. Il "dopo" Francesco è già iniziato

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Inutile girarci intorno. Quando Bergoglio salì al trono pontificio quel 13 marzo del 2013, erano fin troppo chiari ai cardinali riuniti in Conclave i problemi che la Chiesa stava attraversando. Lo scandalo della pedofilia,   Vatileaks   con tutto il suo bagaglio di intrighi curiali, il distacco già avviato dei fedeli praticanti dalla liturgia, una perdita di rappresentatività nel contesto internazionale. Bergoglio fu scelto per arginare, almeno in parte, questi problemi e avviare un progetto di riforma complessiva della curia e dell’istituzione-Chiesa.   Il papa argentino si presentò ai fedeli portando all’interno della Chiesa una ventata d’aria fresca. Una certa empatia con il popolo di Dio, una vicinanza concreta ai poveri e agli ultimi, ai “lontani”. Colpirono subito il lessico bergogliano, così autenticamente popolare e lontano dal rigido dogmatismo europeo. Uno spirito francescano, insomma, mediato però dalla sapienza gesuitica, applicato al potere temporale di un’istituzione mill

Exodus... il diario di un tempo che fu

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In un momento in cui è un po’ difficile estrapolare qualche notizia interessante dal lavori del Sinodo (attendiamo a ore la   Lettera al Popolo di Dio ), mi giungono in regalo da un caro amico alcuni opuscoli del gruppo dell’Azione cattolica di Palombaro (di cui la mia famiglia è originaria), datati 1974. Giornalini che erano, di fatto, il foglio di comunicazione parrocchiale.   Palombaro è un bellissimo borgo di montagna in provincia di Chieti, posto a 530 metri sul livello del mare. Alle sue spalle ha la Maiella, la montagna madre, e davanti a sé lo spettacolo delle valli circostanti e, in lontananza, del mare Adriatico. Come tutti i borghi di montagna appenninici ha sofferto molto negli ultimi anni dello spopolamento, in particolare dei giovani. Chi per studiare, chi per lavoro, hanno scelto di vivere la città e ormai (purtroppo) in questi posti baciati dalla natura e anche dalla cultura, non ci investe più nessuno.   Ma che c’entra col Sinodo sulla sinodalità che si sta svolgendo i